Un anno dopo… 6/7

Quando andavo al liceo non ero proprio una studentessa modello, diciamo che ero quella che stava a galla… Ho preso tante insufficienze quante sufficienze, con la differenza che le sufficienze non andavano mai oltre il 7 (che per me era come prendere 8 e 1/2) mentre le insufficienza variavano dalla piu’ originale mai ricevuta 3- – (tre MENO MENO) in italiano al 5/6+.

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Siamo in Australia da un anno esatto o poco piu`. Tempo di bilanci parziali. E’ stato un anno che da una parte è volato dall’altra è stato eterno, di cui non sono assolutamente pentita ma da cui mi forse aspettavo di piu’.

Ho capito che quando si emigra (e noi lo facciamo un visto da “privilegiati”) non conta solo dove vai ma anche da dove vieni, cioe` un posto non è bello/piacevole/conveniente in sé e per sé, dipende sempre da dove sei partito, perche` è dal confronto tra quello che hai lasciato e quello che hai trovato che poi valuti come stai davvero in un posto.

Se fossi emigrata qui dall’Italia di oggi, penso che l’Australia sarebbe un paese meraviglioso, forse non mi ci sentirei comunque “a casa” ma apprezzerei di piu’ quello che ha da offrire.

Io sono emigrata dall’Italia grigia, provincialotta e un po’ bauscia per andare in Germania. Qui ho trovato il salto di qualita`, qui ho trovato migliorate o diverse le cose che mi facevano incazzare a morte in Italia o mi facevano sentire di vivere in una brutta prigione di palazzi e grigiume; nello stesso tempo ho scoperto di avere molte cose in comune con quel paese: principi di base, buone maniere, il comune buon senso e pure un po’ di senso civico.

Qui in Australia ho trovato un’ambiente fisico e sociale completamente diverso dall’Europa.

L’Australia e’ il luogo dove facilmente lavori con persone da tutto il globo a 360 gradi, che hanno esperienze di vita e racconti che non smetteresti mai di ascoltare e fare domande. E’ un paese dove la natura è selvaggia, violenta, mortale, ma terribilmente affascinante, silenziosa e con poca presenza umana, forse un po’ troppo piatta, se si tralascia la Tasmania, ma sicuramente unica nel suo genere. I parchi dell’Australia (a parte gli arci-famosi e quelli vicini alle grandi citta’), sono popolati da pochissime persone e nello stesso tempo da moltissimi animali selvatici e anche mortali. Non esiste l’ “affollato” o l’effetto “Lignano Sabbiadoro in agosto”. Forse non c’è anche per il loro singolare concetto di parchi naturali, ma di questo non parliamo in questo post se no diventa troppo lungo.

L’Australia e’ un paese che ancora offre la possibilita’ ai giovinastri di lavorare come cameriere, barista, o di fare altri “nebensjob” (alla tedesca) o “lavoretti” (all’italiana) e mantenersi una stanza in un appartamento condiviso non troppo lontano dal centro. In Australia insomma c’e’ ancora possibilita’ di andare via di casa e potersi mantenere, di fare esperienza, di procede per tentativi ed errori (anche se poi sono terribilmente nazionalisti nel momento in cui devono scegliere qualcuno per un lavoro di mansioni superiori, ma anche per questo servirebbe un altro post).

Lavorativamente parlando l’Australia mi ha dato grandi possibilita` senza dubbio, anche se mi sono dovuta scontrare col loro protezionismo. Lavoro in un preschool bilingue inglese-tedesco, con colleghe/amiche meravigliose e una brava capa. Purtroppo, in quanto straniera, non mi è stata riconosciuta la laurea e le esperienze precedenti, quindi ho dovuto fare un corso (pagandolo non poco) per poter lavorare con il livello piu` basso (quindi pagata meno), evito di commentare i trogloditi contenuti del corso che alle volte mi hanno fatto venire crisi di nervi, di cui il coniuge ha preso parte in qualita` di calmante. In questo preschool ho la possibilita` di rimanere in una sorta di “bolla europea” dove mi sento un po’ piu’ “a casa” e dove i rapporti umani sono piu’ facili e piu’ leggilibili (semplicemente perche` siamo europei e tra europei ci si capisce. Punto). Ho la possibilita` di continuare a parlare tedesco e di formarmi su un campo, il bilinguismo, che è uno dei grossi temi di adesso e lo sara` anche nel futuro.

Il mio secondo lavoro da insegnante madrelingua di italiano per adulti, credo che se non fossi in Australia non potrebbe andarmi cosi’ bene. E’ un lavoro super-casual (cioè piu` precario non si puo`), tu dai la disponibilita’ a fare dei corsi durante il term, che durano 8 o 9 settimane, se gli studenti si iscrivono a sufficienza fai il corso altrimenti il tuo corso salta. Ci è voluto qualche mese per inserirsi nell’ambiente ma ora ho un sacco di lavoro che passo anche alle colleghe perche’ non ho fisicamente il tempo per fare tutto.

Fin qui tutto bello qui in Australia, terra che non e’ in crisi, natura in quantita`, io ho trovato tanto lavoro, colleghe e amiche meravigliose, quindi dove sta il baco?

Il baco è che l’Australia e’ una terra anglosassone, dai principi anglosassoni, i rapporti umani si costruiscono in modo diverso che in Europa, la vita lavorativa e personale sono divise da un muro, nonostante quello che si dica gli anglosassoni/australiani non sono cosi’ aperti e di facili scambi o amicizie, sopratutto quando sono nel loro “habitat”. Si percepisce (sopratutto io poi che lavoro nell’educazione) moltissimo l’individualismo e la competitivita’ che sono capisaldi di questa cultura. Non apriamo poi il capitolo welfare state, nonostante in Australia ci sia una assicurazione sanitaria pubblica per tutti e le armi non siano libere come negli usa.

Gli amici che abbiamo sono tutti europei, non so se è stata una scelta inconscia perche’ tra europei scatta quella connessione diretta o una necessita’ perche’ con gli australiani e’ piu’ difficile creare un rapporto, non so. Siamo tutti qui in Australia a tempo determinato e la maggior parte ha voglia di tornare in Europa dopo questa esperienza. Forse perche’ veniamo tutti da situazioni lavorative europee abbastanza buone, abbiamo tutti la stessa sensazione su questa esperienza Australiana: prendiamo tutti quello che l’Australia ha da offrirci e poi torniamo a casa.

Io credo che il baco sia nel fatto di sentirsi ospite a tempo determinato. Mi sento ospite, immagino anche per colpa mia, perche’ questa cultura e’ talmente diversa dalla mia che mi incuriosisce, cerco di conoscerla ma e’ difficile integrarla alla mia. E poi siamo qui per altri due anni e tutti gli amici ma anche colleghi sono qui per un tempo determinato di massimo tre anni, sappiamo tutti che finira’ prima o poi, che questa e’ una situazione temporanea, il che rende ancora piu’ difficile fare dell’Australia “casa”.

Fortunatamente ci siamo appena trasferiti da Redfern (altrimenti detto viale Abruzzi- zona citta’ studi, Milano) a Maroubra beach. Abbiamo un meraviglioso appartamento con vista oceano a 150mt da una grandissima e splendida spiaggia. Questa location rende il nostro essere “ospiti a tempo determinato” molto molto molto piu’ piacevole e abbassa notevolmente la voglia di andare al lavoro dopo che fai colazione guardando l’oceano. L’unico piccolo problema e’ la connessione internet, ma di questo non appena il caso sara’ risolto (ebbene si’ siamo stati definiti un “caso unico” dalla compagnia telefonica) vi racconteremo. Per ora siamo da un mese SENZA internet. Vi lascio immaginare i santi che preghiamo tutti i giorni per questo.

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Per concludere questo lunghissimo resonconto dell’anno appena trascorso, il voto e’ un 6/7, che da studentessa liceale e’ abbastanza alto. Le opportunita’ di lavoro che sto maturando qui sono rare; gli amici che abbiamo conosciuto sono belle persone piacevoli, simpatiche e provenienti da tutt’ Europa, con le quali condividiamo questa intensa esperienza; e poi insomma l’Australia e’ un’enorme isola unica nel suo genere per flora e fauna, e’ un luogo ancora per la maggior parte selvaggio, dove l’uomo e’ un animale come tanti altri, non e’ quello predominante.

9 pensieri su “Un anno dopo… 6/7

  1. bello Ila, mi è piaciuto leggere quanto hai scritto e anche il tuo voto…come dire, obiettivo!!!
    ci sono cose su cui sono pienamente d’accordo con te, se uno mi facesse delle domande, le tue risposte sarebbero state le mie! ma ho letto anche alcune tue “sfumature” su questo paese che forse io in 8 mesi non avevo colto.
    La cosa che fa una gran differenza, come dici tu, è da dove provieni perchè è proprio da lì che nasce il confronto! Poi sono del parere che il visto con cui si va lì, il lavoro che si trova, il posto dove si abita fanno mooooooolto la differenza sul giudizio poi generale!
    Nel caso mio posso solo dire che dell’Australia resterò sempre innamorata, ma non dimentico anche le mille difficoltà sotto vari aspetti che personalmente ho incontrato lì….è vero che “chi la dura, la vince” e forse se stringevo ancora un pò i denti..(.il più era fatto!) ma ho “ceduto” !!! forse era destino così, forse non ho capito una caz.. dalla vita e non ho riconosciuto la vera opportunità….chi lo sa, l’.importante è sempre far tesoro delle esperienze di vita che affrontiamo e io quella, giuro, la ricorderò sempre!!! ti abbraccio

  2. Cara,
    bello il tuo post. Io ho vissuto 4 anni a Many beach (Sydney) e ora sto in Germania.
    Come te ho avuto difficolta’ a trovare amici australiani e alla fine mi trovavo tra italiani (ed europei). Il salto culturale si sente. Un anno non e’ molto, ti consiglio di rimanere piu’ tempo!

    La Germania funziona, ma la colazione gurdando balene e delfini mi manca…

    Good luck!

  3. leggendo il tuo post mi affascina sempre più lasciare l’italia! sarà che qui ad un anno di distanza da quando sei andata via te la situazione è ulteriormente peggiorata e pare che ci sia una morte sociale che forse ricordo solo nel secondo dopoguerra (ps:ho 30 anni, ma sono laureato in storia). ti volevo solo chiedere come funziona la cosa dell’insegnamento agli adulti. io parto con un paio di amiche tutti e tre laureati in lettere e… sapevamo che nei paesi anglosassoni le nostre lauree sono molto più apprezzate! e poi ti volevo chiedere anche che zone di sindey ci consigli dove poter trovare appartamenti, ehm mi chiedono con vista oceano. io avevo pensato vicino bondi beach, xò sempre meglio chiedere… ah cmq noi veniamo dalla unica e magica città di roma, quindi secondo quel che tu scrivi la botta sarà abbastanza intensa, cioè noi fino all’ultimo faremo una full immersion di trastevere e i rioni romani, ma siamo tutti intenzionati a lasciare Roma e le sue beltà! 😦 purtroppo, ma la situazione qui è tragica…

  4. l australia mi incuriosisce, non tanto per l aspetto naturalistico, anche perchè venendo da un posto bello di suo nel sud italia , con bel mare cristallino, sole etc etc non sento questa necessita’ rispetto a chi vive sempre in italia tra le montagne o in zone poco ospitali come clima o natura come milano o simili, tuttavia una terra cosi lontana e per di piu’ scoperta solo poche centinaia di anni fa (questa cosa se ci penso mi manda fuori di testa) richiama ora orde di ragazzi da tutto il mondo, diciamo anche che fino agli anni 80 poche decine di ragazzi all anno emigravano in australia, ora 50000 italiani raggiungono quella terra perchè purtroppo in italia è difficile trovar lavoro, pertanto quando sento parlare di australia ora so che nessun italiano se ne sarebbe andato dal proprio paese se non costretto dalla situazione attuale veramente soffocante

  5. Ciao, da milanese emigrata in Australia per amore mi sono ritrovata come te in tante cose, tranne una. Gli australiani non sono chiusi, non è vero che è difficile fare amicizia con loro, basta provarci. Conosco tanti italiani qui in Australia per un’esperienza di breve termine, che escono sempre e solo con italiani o con altri stranieri, e poi si lamentano che non hanno amici australiani. Ma non ci provano neanche! Gli australiani sono un popolo amichevole e molto disponibile, ma sei tu la straniera qui e sta a te fare il primo passo.

  6. Ragazzi, grazie per i tanti commenti. Questa e’ solo la mia esperienza, e ogni esperienza e’ diversa, ovviamente chiunque altro emigrera’ avra’ un’esperienza diversa e unica.

    Claudia ci tengo a sottolineare che parlo di Europa, parlo di “European connection” non ho proprio parlato di italia e di stare solo con italiani, anzi!
    E si, e’ vero, come ho scritto, che probabilmente la colpa e’ anche mia, ci ho anche provato a “lanciare segnali” ma se non vengono colti poi mica insisto, o magari il mio modo di lanciare segnali e’ semplicemente diverso e non viene capito, non so… Questo non significa che non conosca Australiani o non abbia contatti con loro; ci lavoro tutti i giorni e ho un bellissimo rapporto lavorativo con loro, ma semplicemente oltre il lavoro non si va, nella mia personalissima esperienza non scatta quell’intesa che scatta con altre persone. Tutto qui. Certo ogni singola persona e’ diversa e magari se avessi conosciuto o se conoscero’ altri australiani cambiero’ idea.

    Magari c’e’ anche da aggiungere che non sono emigrata con il Work&Holiday a 21 anni, quando e’ estremamente piu’ facile trovare amici/conoscenti etc… perche’ molti fanno lavoretti o studiano ancora e sono qui a investire un anno in “esperienza di vita”, aperti ad ogni cosa, tanto non hanno nulla da perdere.
    Sono qui con una sponsorizzazione a quasi 30 anni, quando le persone piu’ o meno della tua eta’ hanno amici consolidati, progettano di fare famiglia, non hanno piu’ tanta voglia/esigenza di conoscere gente nuova, uscire, sperimentare etc… e’ una dinamica semplicemente diversa rispetta a quella dei 20 anni, in Australia come in ogni parte del mondo. Forse e’ anche per questo che e’ piu’ difficile conoscere Australiani piuttosto che Europei che vivono un’esperienza simile alla tua.

  7. Ciao Cari!
    Mi ha fatto piacere leggere il vostro bilancio perche’ mi ha evocato due forti deja-vu.. il primo riguarda i ridicoli sistemi di votazione utilizzati da alcuni prof: la mia di greco al ginnasio usava dare Dalseialsettealsettemenomeno, voto unico che immagino equivalga a 6,833333333.. Il secondo riguarda invece la frase “la gente qui mette una certa distanza tra vita privata e vita lavorativa, non e’ cosi facile farsi amici locali”. Questa stessa frase l’ho gia sentita in vari contesti, tipo da parte di una post-doc spagnola in un laboratorio americano, da parte di ingegneri inglesi in un dipartimento di Airbus dove lavorano principalmente francesi, dalla mia stessa bocca per tutto il primo anno qui in Francia.. Quindi mi dico: come mi sarei comportata io se a Milano, con un tessuto relazionale gia ricco, come e’ tipico di quando vivi da trent’anni nella stessa citta’ e hai accumulato amicizie e conoscenze, mi ritrovassi un nuovo collega straniero appena sbarcato in Italia? Lo inviterei a uscire con i miei amici, sarei davvero “migliore” di come sono stati i miei colleghi con me? O e’ forse un problema non di nazionalita’, ma legato allo status di autoctoni/stranieri? Ma in Germania le amicizie con i monacensi fioccavano piu’ facilmente?
    In ogni caso anche per me qui gli amici alla fine della fiera sono inglesi, italiani, tedeschi, spagnoli e certo molti francesi ma tutti originari di altre citta’!
    Insomma per certi atteggiamenti forse il mondo e’ un po’ paese..
    E la mia ultima domanda e’: finita l’esperienza australiana, in quale parte del mondo/paese vorrete tornare?

    Tanti baci e buona continuazione!

    A presto spero,

    Lilli

    • Ciao Lilli!
      Che bello sentirti!
      Guarda io come ho scritto, forse e’ anche colpa mia non so, e non so come mi comporterei a ruoli invertiti perche’ non ho praticamente mai lavorato in Italia a tempo pieno, sono andata via subito dopo la laurea, quindi la mia esperienza lavorativa e’ tutta all’estero. In Germania e’ stato diverso perche’ avevamo gia’ un gruppo di amici europei, che erano praticam i compagni di dottorato Dado + partner e affini. Io pero’ ammetto che ho fatto amicizie con delle colleghe al lavoro in Germania, anzi una di loro (tedesca) al mio matrimonio ha conosciuto l’amore (italiano)! Non so, forse e’ solo che qui per la prima volta siamo stati davvero solo io e Dado all’inizio e abbiamo dovuto costruire legami da zero e non e’ facile, inoltre ci siamo in-scontrati con una mentalita’ e cultura che non ci aspettavamo cosi’ diversa.
      Finita l’esperienza australiana progettiamo di tornare nell’amata Monaco di Baviera e metter li radici. Se non riusciamo proprio a Monaco, l’idea e’ di piazzar radici in Germania o in generale nella mittel-europa, un po’ fredda come clima ma decisamente piu’ vicina a come siamo noi. Pero’ chi lo sa, non avevamo mai pensato all’australia neanche per una vacanza e ora siamo a Sydney… E tu invece in quale parte del mondo ti troveremo quando torneremo in Europa?

      Un abbraccio e buon 25 Aprile!

      p.s. noi torniamo ti mando dettagli via fb, magari se sei in zona ci si vede!

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